I Medici. Una dinastia al potere by Matteo Strukul

I Medici. Una dinastia al potere by Matteo Strukul

autore:Matteo Strukul
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: General, Historical, Fiction
ISBN: 9788822717467
editore: Newton Compton
pubblicato: 2016-10-10T22:00:00+00:00


Cosimo si asciugò una lacrima con il dorso della mano. Non era facile alla commozione ma Contessina sembrava conoscere le parole esatte per toccare il suo cuore. E se non lei, allora chi? La sentiva così vicina, grazie a quel suo modo di scrivere intenso e appassionato, al punto che, anche se quel gennaio pareva aver trasformato la laguna di Venezia in un’unica lastra di ghiaccio, il cuore virava al rosso del fuoco, dopo quelle righe, e l’ardimento rifioriva nelle sue membra.

Guardò le fiamme: le lunghe lingue arancioni fremevano inquiete nel camino. Ebbe un brivido e si accomodò ancor meglio sulle spalle il mantello bordato di pelliccia. Si alzò, guardando dall’ampia vetrata.

Vide il Canal Grande, le gondole nere che ne solcavano lente le acque fredde e chiazzate da lastre di ghiaccio, le lanterne delle barche a punteggiare di luci rosse lo specchio liquido che andava colorandosi delle ombre della sera. Le briccole affioravano in corrispondenza dei pontili.

I palazzi patrizi con le loro facciate stupefacenti a torreggiare sull’acqua lo facevano quasi ammutolire. Il cielo dalla tinta color ferro e poi lontano i tetti rossi delle abitazioni più basse e le calli strette che sbucavano sul canale e che andavano a comporre un dedalo infinito, tenuto insieme dalle schiene dei ponti, disseminati in una teoria di campielli e pozzi.

Cosimo aveva imparato ad amare quella città quasi come la sua Firenze. Il doge Francesco Foscari, lo aveva accolto con affetto e generosità a conferma di come la Serenissima Repubblica fosse un’alleata preziosa per la famiglia e più che pronta a supportare i Medici nel loro eventuale ritorno a Firenze e anzi auspicando quella rinascita quale conferma a sancire un’alleanza che, dopo il loro esilio, si temeva rotta. Forse per sempre.

Lorenzo entrò.

Si era lasciato crescere i capelli e la barba. Indossava un farsetto color indaco e un mantello dello stesso colore bordato di pelliccia. Aveva il volto arrossato per via del freddo.

«Santi numi», disse, entrando, «che piacevole tepore, dopo tanto freddo. La laguna sta ghiacciando e se continua così diventerà un bel problema per la Serenissima».

«Ti sono arrivati un biglietto e una cassa di vino».

«Davvero?»

«Beato te», disse sorridendo Cosimo, «Ginevra ti sostiene con lo spirito franco di un buon Chianti oltre che con le parole».

«Contessina è più incline alla poesia e ai resoconti», celiò Lorenzo.

«Puoi ben dirlo, anche oggi una lettera. Ne sono entusiasta, naturalmente, ma non mi dispiacerebbe poter ricevere anch’io, una volta ogni tanto, bottiglie o prosciutti direttamente dalla nostra amata terra».

«Non sarai mica invidioso, vero?»

«Nient’affatto, anche perché ciò che è mio è tuo», rispose Cosimo e, così dicendo, tirò fuori una bottiglia dalla cassa e si mise di buona lena a stapparla.

«Maledetto», scherzò Lorenzo, «hai dimenticato la festa?»

«Quale?»

«Quella di Loredana Grimani! Non mi dire che non ti ricordi dell’invito!».

«Certo che sì. Ma non ho voglia di venire. Preferirei gustarmi questo buon vino…».

«Stai scherzando? Ci saranno tutti i patrizi veneziani. E anche, sembra, Francesco Squarcione!».

«Il collezionista e pittore padovano?»

«Proprio così». Lorenzo l’aveva detto apposta, giacché sapeva che suo fratello ne amava la compagnia dai giorni del soggiorno patavino.



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